BARBARICHE, INVASIONI

(II-V secolo d.C.). Irruzioni di popolazioni esterne, per lo più germaniche, nei confini dell'impero romano. Tra il 166 e il 167 d.C. i quadri e i marcomanni, spinti da migrazioni in atto alle loro spalle, trovando poca resistenza avanzarono nel territorio imperiale fino a raggiungere e distruggere Oderzo (presso Treviso). Benché respinti da Marco Aurelio nel 167, il fatto rappresentò un grave colpo alla fiducia nella potenza invincibile dell'impero. In seguito gli imperatori dovettero spesso ricacciare i barbari che varcavano i confini del Reno e del Danubio. Gli alamanni furono sconfitti da Gallieno (261), Claudio II (269), Aureliano (270). Altri germani del gruppo orientale, i goti, dalla metà del III secolo, saccheggiarono la penisola balcanica e le coste dell'Egeo, impegnando Decio (251), Claudio Gotico (269) e Probo (276-282). Alle frontiere aumentava la pressione di franchi, burgundi, alamanni, sassoni, angli, vandali, longobardi, gepidi, eruli. Goti dell'ovest (visigoti) e dell'est (ostrogoti) risiedevano fra il Tibisco e il Don. Barbari erano entrati nell'esercito romano come foederati e si erano stabiliti sulle terre dell'impero come dediticii. Pur continuando a governarsi con proprie leggi, videro riconosciuto il diritto di occupare territori formalmente sotto la sovranità dell'imperatore, ottenendo anche il prelievo di un terzo del raccolto. Questa struttura portò alla creazione dei regni romano-barbarici. La vittoria ottenuta nel 357 dall'imperatore Giuliano sugli alamanni fu l'ultima valida difesa dei confini, che crollarono entro qualche decennio, non in seguito a una pressione militare superiore da parte degli invasori, in quanto le legioni imperiali erano numericamente superiori e meglio equipaggiate, ma piuttosto perché, nonostante la sua superiorità, l'esercito romano era diventato una struttura debole perché slegata dalla società. Frequenti erano casi di soldati e ufficiali di origine barbarica, e d'altra parte sempre meno forti erano le differenze tra romani e barbari, adeguatisi al modello romano. Così tra il 400 e il 425 tutte le frontiere occidentali crollarono definitivamente. Sul finire del IV secolo l'impero aveva perduto il controllo di parte della Britannia per mano degli angli e dei sassoni. I goti di Alarico invasero l'Italia e saccheggiarono Roma (410). Vandali passarono in Spagna e poi, col re Genserico, in Africa (429). Gli unni, di stirpe mongolica, dopo aver invaso la Cina alla fine del III secolo, si erano mossi verso occidente: guidati da Attila, nel 452 arrivarono in Italia. Mentre si formavano i regni romano-barbarici, Odoacre, re degli eruli, depose Romolo Augustolo, ponendo fine all'impero romano d'occidente (476).
eXTReMe Tracker